0-0 col Frosinone come segnale di crescita

Davanti a un pubblico eccezionale, impreziosito dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Palermo e Frosinone hanno dato vita a una sfida intensa e combattuta, terminata a reti inviolate. Una partita che ha incarnato perfettamente la natura della Serie B: duelli fisici, equilibrio costante, pochi spazi e tante battaglie a centrocampo. Il Frosinone di Alvini ha interpretato meglio il primo tempo, mostrando organizzazione e disciplina tattica, caratteristiche che hanno limitato la manovra rosanero. Nella ripresa, invece, è venuta fuori la squadra di Inzaghi, più coraggiosa e intraprendente, capace di colpire due volte i legni con Pohjanpalo e di trasmettere la sensazione di poterla vincere. Lo 0-0 finale, seppur senza gol, non lascia l’amaro in bocca: al contrario, racconta di una squadra che oggi sa reggere l’urto e restare viva fino alla fine. Basta tornare indietro di un anno per comprendere la differenza: partite come questa, in passato, sarebbero finite con un crollo fisico e mentale. Oggi il Palermo ha acquisito quelle qualità indispensabili per il campionato cadetto – resistenza, spirito di sacrificio e solidità – e si presenta come un gruppo capace di lottare fino all’ultimo minuto. La crescita, però, passa adesso dall’aumento della qualità: serve maggiore freschezza nelle idee, più varietà nelle soluzioni offensive. In questo senso, il ritorno di Palumbo a piena condizione rappresenterà un passaggio fondamentale. Gare come quella contro il Frosinone diventano quindi tappe di apprendimento: aiutano chi era già presente lo scorso anno a capire cosa significhi affrontare davvero la Serie B e permettono al gruppo di consolidare la propria identità. Sullo sfondo, il “Barbera” ha offerto ancora una volta uno spettacolo straordinario. La Curva Nord, con i suoi cori e i suoi colori, ha dato vita a un clima unico: se l’intero stadio riuscisse a mantenere sempre la stessa intensità, Palermo potrebbe contare su un catino rovente in grado di spingere la squadra oltre i propri limiti. Lo 0-0, dunque, non è un’occasione persa, ma un segnale positivo: il Palermo cresce, impara e, soprattutto, dimostra di esserci.

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